Due agosto millenovecentottanta
Nella piazza di Bologna, un giorno di terrore,
una strage inedita, dolore senza colore,
esplose una bomba, ruggito dell’odio,
spezzando vite innocenti, in un solo momento.
Cuori infranti, lacrime che scendono a fiumi,
voci silenziose, echi di destini scomparsi,
nel gelido ricordo di quei tristi istanti,
la città intera, un dolore da portare.
Due agosto millenovecentottanta
Ma nel buio più fitto, la luce risplende,
amore e solidarietà si accrescono,
abbracci e sostegno, mani che stringono altre mani,
rinasce la speranza, nei cuori commossi.
Bologna, resiliente, si rialza forte,
ricordando chi perse la vita in quel giorno,
nel richiamo alla concordia, nella memoria viva,
il coraggio e l’amore rinnovano il sogno.
Due agosto millenovecentottanta
E mentre il tempo scorre, la ferita resta,
la poesia inedita nel ricordo indugia,
per non dimenticare, per non smarrire mai,
la forza di un popolo che insieme cammina.
(A Iaia la cui mamma abitava vicino alla stazione)