Oggi si parla di #breastfeeding ovvero allattamento al seno e di socialità. Questa mattina mi trovo a leggere questo breve articolo su ilgiornale.it dove si parla allattamento al seno e di quanto lo scoprire il seno in pubblico per allattare il proprio figlio non sia moralmente accettabile. Ora, a me sale l’indignazione perché non riesco a capire cosa ci sia di poco morale occuparsi del sostentamento alimentare del proprio figlio, soprattutto se neonato e quindi portato a soddisfare una sua necessità primaria come questa, immediatamente. Chi ha avuto a che fare con un neonato sa bene che i suoi bisogni non sono procrastinabili nel tempo, ma richiedono attenzione e immediatezza o almeno questo è quello che penso io. Probabilmente è quello che pensa anche la mia amica Barbara che scrisse questo pezzo un anno fa. Leggetelo e raccontatemi la vostra opinione.
Barbara e l’allattamento al seno
La nostra amica Barbara condivide con noi la sua esperienza con l’allattamento al seno.
Iniziai ad allattare al seno il 24 maggio 1999 e smisi il 31 luglio 2005. Sei anni ininterrotti di allattamento al seno. Edoardo, a differenza di Giovanni, oltre al mio latte prendeva regolarmente i pasti, mentre Giovanni, fino all’ età di 25 mesi, rifiutava totalmente il cibo. Lo portavo mezza giornata al nido e quando all’ una andavo a prenderlo ero costretta a dargli il seno in macchina perché era affamato. Giovanni ha completamente saltato lo svezzamento. La prima cosa che ha mangiato, a 25 mesi, è stata una fetta di salame! Mi sono stati attribuiti gli appellativi più bizzarri per via di “quelle tette sempre al vento”. Un giorno un signore ai giardinetti mentre allattavo Giovanni, che all’ epoca aveva un anno, mi chiese: “non si vergogna signora?” Io in tutta risposta gli chiesi come mai non fosse lui a vergognarsi di farmi una simile domanda. Sono stati i 6 anni migliori della mia vita. Allattare mi faceva bene all’anima ed alla salute. In sei anni non ho preso un raffreddore, mai un acciacco, non ho dubitato mai sulla bellezza della vita né sulla forza dell’amore. Ero forte e ancor più forte mi sentivo. Per i più ero un fenomeno da baraccone, per altri “stramba” come d’altronde lo ero sempre stata. E a me, di come mi vedessero gli altri, non importava minimamente. Decisi di smettere il 31 luglio 2005, dodici giorni prima che Giovanni compisse tre anni, perché da qualche giorno, nell’allattare, avvertivo un fastidio fisico che però sentivo provenire dal di dentro.
Aveva smesso d’essere un piacere. La natura aveva compiuto il suo ciclo. Ho pianto notti intere. Sapevo che non avrei più avuto la possibilità di allattare, e ancora oggi, certe notti, sogno che sto allattando.
Certe notti come questa appena passata…e cosi il ricordo torna vivo dentro me!
E voi come avete vissuto questa esperienza? Raccontatecelo
Forse sono la meno indicata a lasciare un commento, ma condivido e approvo quanto fatto da Barbara, io allatto dal 2009 e, come sai, non ho ancora smesso…
Sei adattissima, eccome.
Lo so cara e trovo che se tua figlia sta bene e cresce serena senza sviluppare un rapporto morboso con te non ci sia proprio nulla da dire. A dire il vero quando ho visto la foto dell’articolo su il giornale ti ho pensata … trovo che ti somigli anche se tu sei meglio … Bacione