Streghe moderne o donne comuni?
Il potere delle donne e il pregiudizio antico
La storia dell’umanità è costellata di episodi in cui il potere femminile, in tutte le sue forme, è stato ostacolato, represso, demonizzato. Le donne che osavano conoscere, guarire, comprendere i misteri della natura venivano accusate di stregoneria, punite, emarginate. Secoli di processi, roghi e diffamazioni non sono bastati a spegnere questa dinamica, che si ripresenta, più sottile e più subdola, anche nei tempi moderni.
Oggi non ci sono tribunali dell’Inquisizione, né torce accese nelle piazze, ma il sospetto, il giudizio e la condanna sociale rimangono strumenti affilati nelle mani di coloro che temono ciò che non comprendono. Chi crede nell’energia dell’universo, chi utilizza cure naturali, chi segue una via interiore che non rientra nei dogmi precostituiti è spesso oggetto di scherno o di diffidenza. E troppo spesso le prime ad attaccare non sono gli uomini, ma altre donne, figlie di una cultura “patriarcale” che ha insegnato loro a diffidare delle proprie simili.
La conoscenza proibita: il legame con la natura e l’universo
Da sempre, le donne hanno avuto un legame profondo con la natura. Hanno conosciuto i cicli della Luna, le proprietà delle piante, i segreti del corpo e dell’anima. Hanno saputo ascoltare il vento, interpretare i sogni, comprendere i messaggi sottili che la vita invia.
In passato, questa conoscenza era rispettata. Le donne erano guaritrici, levatrici, consigliere spirituali. Ma con l’avvento di un sistema che voleva spegnere la loro indipendenza, tutto ciò è stato ribaltato: le donne sagge sono diventate streghe, le guaritrici sono state trasformate in minacce, il sapere è stato messo al bando.
Oggi, chi sceglie di affidarsi alla medicina naturale invece che alle multinazionali farmaceutiche viene guardato con sospetto. Chi crede nell’energia che permea ogni cosa è considerato un ingenuo o un ciarlatano. E spesso, a puntare il dito, sono proprio quelle donne che si ergono a custodi di una morale rigida e soffocante.
Le moderne beghine: il controllo sociale tra le donne
Le “beghine” di oggi non portano più il velo né vivono in comunità religiose, ma il loro atteggiamento non è cambiato. Sono quelle donne che giudicano, che sentenziano, che si sentono migliori perché seguono le regole imposte dall’esterno senza mai metterle in discussione. Sono coloro che guardano con sospetto chi esce dagli schemi, chi osa cercare un’altra verità, chi non si accontenta di risposte preconfezionate.
Sono le donne che chiamano “streghe” le madri che scelgono di curare suo figlio con erbe invece che con farmaci chimici. Sono le donne che ridicolizzano chi pratica la meditazione o segue un percorso spirituale diverso dal loro. Sono coloro che temono la libertà delle altre e per questo cercano di spegnerla con il giudizio.
Il loro atteggiamento è figlio di una cultura che per secoli ha insegnato alle donne a essere nemiche tra loro, a diffidare l’una dell’altra, a competere invece di sostenersi. Una cultura che ha capito che il miglior modo per mantenere il controllo sulle donne è dividerle, farle dubitare del proprio potere, farle combattere tra loro invece che unirsi.
Riscoprire il nostro potere senza paura
Ma le donne di oggi non devono più avere paura. Non devono più nascondersi, né giustificarsi. Credere nell’energia dell’universo, ascoltare la propria intuizione, affidarsi alle cure naturali non è un crimine. È un ritorno alle origini, una riscoperta di una saggezza antica che il mondo ha cercato di cancellare.
Essere donne non significa essere streghe da mettere al rogo. Significa essere esseri umani con il diritto di scegliere, di credere, di sperimentare. Significa non farsi più influenzare dai giudizi di chi, per paura o ignoranza, cerca di spegnere una luce che brilla troppo forte.
La vera rivoluzione non sta nel combattere chi ci giudica, ma nel continuare a camminare sulla nostra strada senza lasciarci fermare. Sta nell’unire le donne invece di dividerle, nel rispondere all’odio con la comprensione, alla paura con la conoscenza. Perché il vero potere non sta nel distruggere, ma nel creare. E noi, donne libere, siamo qui per questo.
Siamo donne, non streghe
