Rientro la sera alle sette dopo una giornata di lavoro.
La cena da preparare.
Nel frattempo a volte si stende la biancheria, a volte si carica la lavatrice.
Alle otto torna il marito, si cena.
Quindi è il turno della lavastoviglie, si sparecchia la tavola e si lascia che lei, per fortuna, pensi a lavare le stoviglie.
Nel frattempo si chiacchiera di come è andata la giornata, si fanno progetti…..
Ci si siede accanto, sul divano, e si decide che programma guardare.
Ci si collega a internet per verificare la posta che non capisci come mai si accumula in una giornata in modo impressionante; rispondi agli amici, organizzi incontri declini inviti.
Un’occhio ai social e lì scopri che ci son persone che postano a tutte le ore, che vanno in giro tutti i giorni, che viaggiano, beate loro. Magari qualcuna la conosci,qualcun’altra no, e guardandone il profilo ti dici… per fortuna! …
Senza fraintendere: non è che queste persone io le invidi, ma proprio per niente.
La mia vita mi piace: una bella famiglia allargata, un lavoro che mi fa sentire realizzata e che a tratti mi diverte; tanti amici e tanti progetti. E’ un altro l’aspetto che mi fa pensare.
Se sono sempre in giro quando lavorano? E se non lavorano di cosa vivono? Con che denari viaggiano?
Penso che chiunque di noi si ponga questa domanda. Infatti, quando si parla con amici che più o meno hanno vite impegnate come la mia, questo è un quesito ricorrente.
In un’Italia dove si invoca il Welfare per le famiglie vien da chiedersi se le risorse siano davvero ben distribuite oppure se vengano indiscriminatamente concesse a chi potrebbe piuttosto reperirle con un’occupazione lavorativa che non si cimenta a trovare perché così è più comodo. Mi chiedo: come si valuta la capacità lavorativa di un soggetto, chi la valuta?
Il primo articolo della Costituzione recita “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”, mi vien da dire – ecco si fondata sul lavoro, certo, ma non solo sul mio!
La direzione imboccata è una china. Si chiede di investire in occupazione e non in sostentamento. Se l’impegno degli Amministratori verso l’occupazione lavorativa non si fa più presente e costante, si arriverà ad ammettere una nuova voce occupazionale, quella del sussidiato.